Coldiretti Ferrara, le piogge fanno salire il livello del Reno e de Po

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Le piogge intense dei giorni scorsi hanno fatto salire nel giro di poche ore anche il livello del Po, che stamattina nel Piacentino era salito di circa 2 metri in 24 ore.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca dal quale si evidenzia come il rapido aumento del livello del principale fiume italiano sia significativo delle criticità registrata in molti corsi d’acqua e torrenti. L’arrivo di piogge e temporali violenti preoccupa – sottolinea la Coldiretti - per la stabilita idrogeologica con piene ed esondazioni per i fiumi ed il rischio frane o smottamenti per i terreni. Una situazione favorita dal fatto che tra pioggia, gelo e neve è caduta in questo inverno in Italia il 16% di acqua in piu’ rispetto alla media storica con un decisa inversione di tendenza rispetto al deficit idrico fatto registrare nelle stagioni precedenti, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac- Cnr.
Nel territorio ferrarese osservato speciale per il momento è soprattutto il Reno, che già nei giorni scorsi è ingrossato ed ha invaso le golene, mentre il livello del Po e del Panaro rimangono nella norma del periodo.
Cominciano tuttavia a registrarsi problemi per l’impraticabilità dei terreni, inzuppati d’acqua, dove non si possono svolgere le normali lavorazioni di fine inverno in vista delle semine primaverili, anche se l’aspetto positivo è la ricarica delle falde, pesantemente intaccate dalla siccità del 2017.
La nuova ondata di maltempo – continua la Coldiretti - colpisce le campagne dove è ancora in atto la conta dei danni provocati dalla devastante gelata provocata da Burian che in gran parte d’Italia ha già distrutto gli ortaggi in campo e provocato perdite consistenti nelle piante da frutto e ulivi. Un inverno che – conclude la Coldiretti - ha distrutto i raccolti di decine di migliaia di imprese agricole con danni che potrebbero raggiungere i 300 milioni di euro a livello italiano, mentre per la nostra provincia ancora non è possibile quantificarli, con l’unica certezza della perdita pressoché totale degli impianti di barbabietole da zucchero, le cui giovani piantine sono morte con il gelo delle settimane scorse e con danni ancora da verificare per albicocchi, ciliegie e pesche, oltre che per le orticole ancora in campo.

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