Conti in rosso per l’agricoltura bolognese; -2% la PLV

È diminuita del 2 per cento la produzione lorda vendibile 2017 dell’agricoltura bolognese. La stima è di Coldiretti Bologna alla vigilia della Giornata provinciale del Ringraziamento, il tradizionale appuntamento in cui gli agricoltori ringraziano il Signore per i doni della terra. La Giornata – informa Coldiretti Bologna – quest’anno si svolgerà Domenica 19 novembre a Crevalcore, a cinque anni dal disastroso terremoto dell’Emilia che nel 2012 colpì pesantemente la zona nord-ovest della provincia. Poiché la chiesa principale di Crevalcore è ancora inagibile, la S. Messa sarà celebrata alle 10.00 nella chiesa provvisoria “Beata Vergine dei Poveri” nel piazzale del parco Nord dove Coldiretti porterà, in sostituzione di quello lesionato dal sisma, un campanile mobile su cui l’associazione Campanari di San Matteo della Decina eseguirà sonate nell’arco della giornata.
Il ringraziamento degli agricoltori – ricorda Coldiretti Bologna – arriva al termine di un’annata agraria pesantemente segnata dalla siccità. Oltre ai danni provocati dal clima pazzo, contrassegnato, oltre che dalla mancanza d’acqua, anche da improvvise piogge e bufere di vento, i produttori agricoli bolognesi si sono trovati a fronteggiare quotazioni dei prodotti che non hanno compensato il calo produttivo e soprattutto gli aumenti dei costi di produzione, dovuti in larga parte al maggior ricorso all’irrigazione che ha comportato alti costi energetici e per l’approvvigionamento di acqua.
In calo – secondo le stime di Coldiretti Bologna – è risultato tutto il settore dei cereali, dal grano duro (–12,6%) a quello tenero (–3,5%) dal mais al sorgo. Nel caso dei cereali, la minore produzione non ha però compromesso l’alta qualità del prodotto. Diminuita anche la produzione di due prodotti importanti dell’agricoltura bolognese, la patata (–3,9%) e la cipolla (–13,8%). Sul fronte della frutta, sono risultate in calo le produzioni di pere (–13,5%), di kiwi (–13%) di meloni (–6,6%). Le minori precipitazioni, diminuite sul territorio bolognese fino al 40% rispetto alla media degli anni precedenti, hanno comportato un calo (–28%) della produzione di vino, compensata però dall’altissima qualità che fanno del 2017 un anno da collezione.
La siccità – secondo Coldiretti Bologna – non ha colto comunque completamente alla sprovvista gli agricoltori, soprattutto i frutticoltori bolognesi, che alla luce delle esperienze degli ultimi 15 anni (dalla siccità record del 2003, a quella del 2015) si sono sempre più attrezzati per combattere le anomalie del tempo, utilizzando al meglio anche il sistema di distribuzione delle acque dei consorzi di bonifica che in provincia di Bologna raggiunge ormai molti terreni soprattutto della pianura. È grazie anche a questi interventi che in alcuni settori si è registrato un aumento delle produzioni, come nel caso delle mele (+10,2%), delle pesche (+7,8%), delle nettarine (+ 3,9%).
“Il problema – afferma il presidente di Coldiretti Bologna, Antonio Ferro – è che i massicci interventi di irrigazione hanno comportato una maggiorazione dei costi di produzione soprattutto per pagare il gasolio per far funzionare le pompe di irrigazione e per gli allevamenti in termini di maggiori acquisti di foraggi per compensare le perdite produttive del foraggio aziendale. Costi che non sono stati compensati dai prezzi dei prodotti agricoli all’origine. Tutto questo spesso senza che del basso prezzo pagato al produttore ne abbia beneficiato il consumatore, che si è trovato davanti a prezzi in aumento. I conti in rosso – prosegue Ferro – mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende e provocano spesso l’abbandono di molte colture, soprattutto di qualità, come quelle frutticole che sono da sempre un volano di ricchezza in termini di produzione lorda vendibile e di occupazione. La nostra organizzazione – ha concluso Ferro – da un lato è impegnata a creare un’alleanza tra tutti i soggetti della filiera per una più equa redistribuzione del reddito, dall’altro è alla ricerca di strumenti per valorizzare servizi che le aziende agricole possono svolgere in settori nuovi come ad esempio quello dei servizi alla collettività, dall’agriturismo alla salvaguardia ambientale, dalle fattorie didattiche all’agricoltura sociale”.

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