Coldiretti: arriva l’etichetta “salva pomodoro”. Bonaccini firma contro cibo falso
- mercoledì, 28 febbraio 2018, 11:08
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Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha firmato la petizione di Coldiretti contro l’inganno del cibo falso (#stopcibofalso), la raccolta firme lanciata dalla maggiore organizzazione agricola italiana ed europea con una mobilitazione in tutta Italia per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola e fermare il cibo falso, proteggere la salute, tutelare l’economia e fermare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana.
Ne dà notizia Coldiretti Emilia Romagna, informando che la firma di Bonaccini è avvenuta in un incontro con i dirigenti regionali di Coldiretti nel giorno in cui sulla Gazzetta Ufficiale nr. 47 del 26 febbraio 2018 è stato pubblicato il decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro, firmato dal Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina di concerto con quello dello sviluppo economico Carlo Calenda.
L’obbligo della trasparenza in etichetta è una battaglia storica di Coldiretti per combattere i falsi e le imitazioni del made in Italy, che colpiscono le grandi produzioni italiane ed emiliano romagnole, dal Parmigiano Reggiano al prosciutto di Parma, dalla passata di pomodoro ai salumi Dop e Igp. Il presidente Bonaccini – ricorda Coldiretti regionale – ha sempre dimostrato di condividere l’impegno di Coldiretti per la trasparenza e due anni fa in occasione della manifestazione di Coldiretti al Paladozza di Bologna, aveva firmato anche la petizione per la trasparenza di tutti i derivati del latte.
L’etichetta obbligatoria per i derivati del pomodoro (fino ad oggi l’etichetta era obbligatoria solo per la passata) – afferma Coldiretti Emilia Romagna – è un passo determinate in particolare per l’Emilia Romagna dove con circa 2 milioni di tonnellate viene prodotto un terzo del pomodoro nazionale. Dopo 10 anni – continua Coldiretti regionale – si completa per tutti i derivati del pomodoro il percorso di trasparenza iniziato il primo gennaio 2008 con l’entrata in vigore definitiva dell’obbligo di etichettatura di origine per la sola passata di pomodoro.
Il decreto – spiega Coldiretti Emilia Romagna – prevede che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.
Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.
Per consentire lo smaltimento delle scorte – continua la Coldiretti – i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perché immessi sul mercati o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.
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