Waste Watcher, in Emilia Romagna si spreca “solo” 1 o 2 volte la settimana

C’è una regione pilota nell’allarme ma anche nella sensibilizzazione sul tema dello spreco alimentare, ed è l’Emilia Romagna: dove 20 anni fa all’Università di Bologna nasceva l’idea di un format di recupero a km 0 delle eccedenza della grande distribuzione, Last Minute Market, e dove sulla scia di quella intuizione sono poi decollate le esperienze della campagna europea Spreco Zero (2010), l’Osservatorio nazionale sugli Sprechi Waste Watcher fondato da Last Minute Market / Swg (2011) e la rete di enti pubblici Sprecozero.net che trova come suo riferimento operativo il Comune di Sasso Marconi (2014).

«Non stupisce, quindi, se i dati Waste Watcher 2018 evidenziano la maggiore attenzione e consapevolezza dei cittadini in Emilia Romagna sul tema spreco: 8 intervistati su 10, l’81%, considera irresponsabile o molto irresponsabile gettare il cibo, una pratica “assurda” per il 96%», spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, che a Bologna ha ideato e personalmente avviato tutti questi progetti negli ultimi vent’anni, così come ha ideato il progetto del Parco Agroalimentare Eataly World e la Fondazione FICO che attualmente presiede.

I dati del Rapporto 2018 Waste Watcher, monitorati per iniziativa di Last Minute Market con Sprecozero.net, sono stati incrociati alle interviste specifiche realizzate in Emilia Romagna: emerge che nella regione più attenta al fenomeno si spreca “solo” 1 o 2 volte la settimana, con il 34% di ‘ammissioni’ sul cibo gettato (contro il 31% a livello nazionale). Mentre il 28% degli intervistati dichiara di sprecare solo 1 volta al mese o meno, contro il 30% delle risposte nazionali. Ogni giorno, o più volte alla settimana gettano il cibo 8 intervistati su 100, in Emilia Romagna.

Ma cosa si getta? La verdura e la frutta, innanzitutto, in misura più rilevante in Emilia Romagna che altrove, e si sprecano anche più pasta, riso e cibi precotti, meno carne e pollami. Al terzo posto nella infausta “hit” dello spreco sono latte e latticini, gettati in egual misura a livello nazionale e nella regione.

I dati Waste Watcher 2018 sono stati illustrati a Fondazione FICO nella V Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare dal fondatore di Last Minute Market e campagna Spreco Zero Andrea Segrè con il sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti, cofondatore della rete Sprecozero.net, e con l’AD Last Minute Market Matteo Guidi e il presidente di SWG Maurizio Pessato.

Lo spreco è l’anello “debole” della filiera agroalimentare. In Italia vale complessivamente 12 miliardi lo spreco annuo di cibo: 8,5 miliardi sono legati allo spreco domestico nazionale secondo le stime monitorate dall’Università di Bologna - Distal per il progetto Reduce – campagna Spreco Zero. A questa cifra va sommato lo spreco di filiera per oltre 3,5 miliardi € annui monitorati fra i campi (€ 946.229.325) la produzione industriale (€ 1.111.916.133) e gli sprechi della distribuzione (€ 1.444.189.543).

Aspetto realmente sensibile è quello dello spreco nelle mense scolastiche – ha sottolineato Andrea SegrèEd è per questo che diventa urgente la nostra richiesta di inserire l’educazione alimentare nelle scuole”. Il progetto Reduce portato Avanti dal Ministero dell’Ambiente con il Distal dell’Università di Bologna per il coordinamento di Luca Falasconi – ha coinvolto 73 plessi di scuola primaria, 35 dei quali in Emilia-Romagna, 25 in Lazio e 18 in Friuli-Venezia Giulia. Hanno partecipato 11.518 soggetti fra studenti e personale scolastico, per un totale di 109.656 pasti monitorati. I dati evidenziano che quasi 1/3 del pasto viene gettato, il 29,5%: si tratta di 120 grammi di cibo per ogni studente a fronte di pasti che offrono ca 534 grammi di cibo pro capite. Lo spreco è ripartito fra avanzi dei piatti (16,7%), cibo intatto lasciato nella mensa (5,4%) e cibo intatto portato in classe (pane e frutta, 7,4%). Il cibo meno gradito agli studenti è la frutta, in testa al gradimento dei bambini il ‘secondo’ piatto.

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